Norma Gombok

Tutto è cominciato quando avevo circa 10 anni (quindi tanto tempo fa): in un parco pubblico della mia città, Bologna, era parcheggiato un vecchio vagone ferroviario con finestrini sbarrati e una porta chiusa, dal cui buco della serratura mi ostinavo a sbirciare, immaginando chissà quali meraviglie nascoste.

Qualcuno un giorno sfondò la porta e finalmente potei vedere cosa si nascondeva in quel vagone: niente, non c’era praticamente niente, a parte qualche sedile di legno ormai marcio e distrutto.

Rimasi un po’ delusa, però da lì cominciò la grande passione che tuttora mi accompagna, l’amore per i luoghi abbandonati, l’amore per le tracce di vita vissuta che si possono incontrare, l’amore per tutto quello che si può sognare e immaginare di trovare dietro ad una porta chiusa.