Moko Mad’moiselle

Territoires Abiotiques

Il termine “abiotico” ha due significati. Può denotare un processo che non implica alcuna reazione biologica. Viene anche usato per definire un luogo inadatto a ripararsi o allo sviluppo della vita. È questa seconda definizione che ha dato un’identità a questa serie.

La mia attrazione artistica per questi luoghi mi porta ad ambivalenze difficili da ignorare. Preoccupata per la causa ambientale, mi misi a guardare con impazienza le aree dismesse e gli edifici statali abbandonati; fonte di inquinamento assente da quasi tutte le notizie. Sensibile al fenomeno dell’urbanizzazione galoppante degli spazi verdi da parte delle città, mi ritrovo a sperare febbrilmente di trovare residenze dimenticate, aggrappate ai loro ettari orfani che dovrebbero essere ragionevolmente riabilitati. Attaccato alla nozione di proprietà privata, mi lascio comunque vagare tra i beni che hanno accolto anime che potrebbero non volere che fossi lì.

Mi sono soffermata sul buio, sulla sporcizia e sul semplice ma significativo abbandono. In caso di dubbio, evito quindi di schierarmi veramente con ciò che era e avrebbe potuto essere.

Con Territoires Abiotiques voglio accompagnarmi lontano dall’euforia che può provocare lo scatto nell’esplorazione: angoscia di porte aperte sul nulla, spazi deserti, correnti d’aria cariche di sospiri immaginari; tutto indica l’obsolescenza di questi luoghi.

Inadatti alla vita, questi ecosistemi che mordono la polvere ti vengono rivelati attraverso fotografie scattate da qualche parte, in territori diversi…

Stéphanie Chotia (Moko Mad’moiselle) ha iniziato con la musica, premio arpa nelle classi di Marie-Pierre Daboval (Conservatorio municipale di Cagnes-sur-Mer) ed Elizabeth Fontan-Binoche (Conservatorio di musica e arte drammatica di Antibes), che accompagnerà in concerto in un quartetto.

Il deterioramento, quindi il brutale peggioramento della sua salute visiva, la allontaneranno gradualmente dalla pratica del suo strumento.

È tornata ad appassionarsi all’arte qualche anno fa, dedicandosi alla fotografia e alla scrittura, seguendo un percorso da autodidatta.

Dopo l’esposizione ai Jardins de la Serre de la Madone (Mentone) e a Nizza, dagli artisti Alain Aguano e Louis Dollé, appare regolarmente in vari festival fotografici, mettendo in mostra sia auto-performance che architetture di luoghi abbandonati.